Serve dare ”un messaggio positivo”, ”un segnale di rassicurazione” ai lavoratori in questa fase di emergenza sanitaria ma anche economica e sociale, sostengono i tre leader sindacali. ”In un momento complicato come questo non trovare un’intesa sul blocco dei licenziamenti sarebbe nefasto per il destino del Paese. Diventerebbe socialmente ingestibile, soprattutto per quello che può accadere nelle piccole imprese”, sottolinea Furlan. Avverte il segretario generale aggiunto Cisl Sbarra: ”Siamo pronti a mobilitarci, anche con uno sciopero generale, se dal Governo non arriveranno risposte sul blocco dei licenziamenti. Questo deve essere il momento della coesione e dell’unità nazionale, l’auspicio è che non si arrivi al conflitto sociale ma dall’incontro con il premier devono arrivare risposte di protezione sociale coerenti con la drammatica fase che attraversa il Paese”.
Intanto, nel suo rapporto annuale l’Inps fa sapere che l’emergenza sanitaria e l’utilizzo della cassa Covid hanno causato ai lavoratori dipendenti una perdita di salario pari a 300 euro mensili a marzo ed aprile e 220 euro al mese a maggio e giugno. Con la Cig Covid le aziende hanno registrato un taglio del monte salari rispetto al costo medio per dipendente del 58% a marzo-aprile e del 33% a maggio-giugno. . Nel rapporto Inps c’è anche scritto che quasi il 34% dei pensionati ha redditi pensionistici inferiori a 1.000 euro mensili, oltre il 21% percepisce redditi pensionistici tra i 1.000 e i 1.500, il restante 45% ha redditi pensionistici oltre i 1.500 (con un 8% che supera i 3000).
Commenta il segretario generale della Fnp Cisl Ragazzini: ”Il quadro che ci presenta il Rapporto annuale Inps è davvero desolante”. Per Ragazzini ”alla luce di questi dati che ci presentano il conto di una crisi economica e sociale che rischia di aggravarsi ancora di più a causa della pandemia, è necessario intervenire prima possibile per mettere in campo una riforma complessiva del sistema previdenziale che abbia come obiettivi principali la rivalutazione delle pensioni in essere e l’ampliamento della portata della 14a mensilità per quelle più basse. Il tutto - conclude il segretario generale Fnp Cisl - per sostenere il potere d’acquisto delle pensioni che, nel tempo, si è ridotto sempre più, con evidenti e pesanti ripercussioni sulla vita non solo dei pensionati ma anche delle loro famiglie”.