I prezzi bassi del petrolio e il rilancio domanda interna: sono i due fattori che spingono la Commissione europea, nelle sue previsioni economiche di autunno, a rivedere al rialzo le stime sul Pil dell’Italia. La ripresa “avviata nel 2015 – scrive l’Ue – si rafforza nel 2016”. Il nostro Pil crescerà dello 0,9 per cento (dallo 0,6 stimato in primavera) quest’anno e dell’1,5 (contro l’1,4 calcolato a maggio) nel 2016, grazie soprattutto alla “spinta della domanda interna”. Qualche segnale arriva anche dalla disoccupazione, che secondo la Commissione passera dal 12,2 del 2015 (in primavera si era stimato 12,4) all’11,8 nel prossimo anno e all’11,6 nel 2017. La disoccupazione, osserva Bruxelles, “scende solo gradualmente anche perché gli scoraggiati tornano nella forza lavoro”, con la pressione sul costo del lavoro che “resta limitata grazie al taglio del cuneo”. A livello comunitario, la Commissione prevede che Pil “della zona euro crescerà dell'1,6 nel 2015, per salire poi all'1,8 nel 2016 e all'1,9 nel 2017”, mentre per l’Ue a 28 “dovrebbe salire dall'1,9 nel 2015, al 2,0 nel 2016 e al 2,1 nel 2017”. Calo dei prezzi del petrolio, politica monetaria accomodante e relativa debolezza del valore esterno dell'euro, hanno favorito nel 2015 una ripresa economica “diffusa in tutti gli Stati membri”, ma che è “rimasta lenta”. Il mercato del lavoro, scrive la Commissione, “continua a rafforzarsi, seppur con ritmo blando e disomogeneo nei vari Stati membri”, con i Paesi “in cui la situazione è più difficile ma che hanno varato riforme del mercato del lavoro” che “dovrebbero tuttavia registrare un ulteriore miglioramento in termini di aumento dell'occupazione”.
Dalla primavera scorsa, si legge nelle previsioni d’autunno, “le prospettive di crescita globale e di commercio mondiale sono peggiorate sensibilmente a causa del rallentamento delle economie di mercato emergenti, in particolare la Cina”. Le economie di mercato emergenti “dovrebbero toccare il minimo quest'anno per iniziare a riprendersi nel 2016”. L'arrivo dei richiedenti asilo, secondo Bruxelles, “potrebbe determinare un lieve effetto economico positivo”. Nel breve periodo “l'aumento della spesa pubblica determina un rialzo del Pil, a medio termine si prevede un ulteriore effetto positivo sulla crescita indotto dall'aumento dell'offerta di lavoro, purché vigano politiche adeguate per favorire l'accesso al mercato del lavoro”.
(Domani il servizio completo su Conquiste Tabloid a cura di Pierpaolo Arzilla)