Matteo Renzi riparte dal treno. Il leader del Partito democratico comincerà il suo viaggio in Italia sui binari da Roma, lunedì 25 settembre, ovvero il giorno dopo la chiusura della festa nazionale dell’Unità a Imola (breve annotazione: mai come quest'anno si era avvertita una crisi delle feste dell'Unità come luogo di militanza) e girerà in treno per le province italiane, dando di fatto il via ad una campagna elettorale per le politiche 2018 che si annuncia lunga e senza esclusione di colpi. La corsa, almeno per adesso, è a tre: Pd, M5S e centrodestra. Certo. In questo ricominciar da tre non sono pochi gli interrogativi che ci si deve porre, a cominciare dalla premiership. Tolta infatti quella di Luigi Di Maio che pare ormai favorito nelle presidenziarie (passateci il termine) che si terranno con il voto online tra gli iscritti al M5S (ieri Beppe Grillo ha pubblicato sul suo blog le regole ed i requisiti per candidarsi) la domanda politica in queste ore che attanaglia il centrodestra (e pure il centrosinistra) è: chi sarà il candidato Premier? Cominciamo dal centrodestra: sarà Berlusconi, su cui pesa però l'incandidabilità della legge Severino. Oppure toccherà a Matteo Salvini della Lega - che in questi giorni si è scagliato contro il sequestro dei conti del partito deciso dai pm di Genova. O ancora apparirà un terzo nome, a sorpresa. Oggi Berlusconi interverrà a Fiuggi dove si svolge una tre giorni di Forza Italia sul tema dell'Italia e dell'Europa che verrà (secondo Fi). Ci sarà anche Antonio Tajani le cui quotazioni per una eventuale candidatura a premier del centrodestra unito sembrano in salita. Silvio Berlusconi lo benedirà? O attenderà ancora sperando di superare la propria incandidabilità e di farsi da candidato l'ultima campagna elettorale? Lo vedremo. Per quanto riguarda, invece, il Partito democratico ed il centrosinistra qui i temi aperti sono due. Il primo: se una alleanza - dichiarata prima del voto - tra Pd e Mdp-Articolo 1 e Sel è ancora possibile e, nel caso, chi potrà essere il candidato premier unitario? Secondo aspetto: se il Pd andrà da solo chi sarà invece il candidato premier? E qui torniamo al treno di Matteo Renzi che sta per cominciare il proprio viaggio in Italia. L'ex sindaco di Firenze ed ex premier non sembra avere nessuna intenzione di rinunciare alla propria candidatura a Palazzo Chigi, e del resto pensare di girare l'Italia su rotaie per incontrare la gente è appunto una mossa da candidato in pectore. Comunque da leader di partito. Quanto al treno (scelto come mezzo) l'idea, che ricorda un poco la campagna in camper che Renzi fece qualche anno fa, nel 2012, in occasione delle primarie del Pd (o anche, quella assai più lontana, di Francesco Rutelli candidato premier per il centrosinistra nel 2001 che scelse il treno per la campagna delle politiche, elezioni che vinceranno Silvio Berlusconi e il centrodestra) vedremo se funzionerà come comunicazione politica. Renzi, dal canto suo, ne raffredda subito i contorni: "Non sarà una campagna elettorale — avrebbe spiegato agli stessi dirigenti del suo partito — né un tour fatto di discorsi e comizi, ma semplicemente un incontro con le realtà vive dell’Italia". In treno con Renzi ci sarà un gruppo di millennials, che lo seguirà Renzi per questo viaggio nel Paese che durerà circa dieci settimane. "Stare in mezzo alle questioni vere del Paese: è questo l’obiettivo del treno", ha poi sottolineato il segretario - " e noi pensiamo che il Pd sia il vero argine ai populismi e l’uni - ca forza politica in grado di rappresentare una speranza concreta per milioni di persone". Che i vagoni partano dunque. Con un memento. Non ci sarà solo il treno ma quest'anno si terrà pure la Leopolda, simbolo da sempre del renzismo, sin dalle origini e poi su su, fino agli anni di Governo. Dovrebbe tenersi, salvo colpi di scena, a fine novembre. Su modalità e temi di confronto è ancora presto ma a fine novembre, primo dato di fatto che salta subito agli occhi, sapremo come saranno andate le elezioni regionali in Sicilia dove si voterà il 5 novembre e sapremo pure l'esito dei referendum autonomisti di Lombardia e Veneto (che si terranno invece il 22 ottobre). Mica bruscolini.